Se dovessi scrivere dei momenti più difficili di questo primo anno di vita dei Pispoli, parlerei sicuramente anche dell’inserimento all’asilo nido.
Beh, forse vi sembrerà strano (o forse anche no) ma è stato (e in parte lo è ancora), per me più difficile delle tante notti in bianco, dello stress di occuparmi di due neonati contemporaneamente, dell’allattamento faticoso, delle varie visite all’ospedale e del non avere tempo per me.
Lasciarli andare non è facile.
Eppure sia io che D. eravamo contenti di aver trovato due posti al nido.
Sto aprendo una mia attività di lavoro, di cui non possiamo fare a meno e mi serve un po’ di tempo.
Sapevamo che era il momento giusto, sapevamo che le educatrici erano bravissime e sapevamo soprattutto che con un po’ di organizzazione fra di noi quest’anno sarebbe bastato che fossero al nido solo la mattina.
Ma poi è arrivato il momento. E mi si stringe la gola ogni mattina al pensiero di doverli sentire piangere disperatamente al mio saluto.
Soprattutto Annika si aggrappa con forza alle mie braccia. Il suo sguardo implorevole, la sua vocina che ripete: mamma, mammaaa, mammaaaaaa! mi pugnalano ogni volta il cuore.
Ogni mattina la saluto con parole dolci e tre grossi baci in faccia e me ne vado.
Non ancora arrivata in macchina, comincio a piangere piano piano.
E anche per il babbo la faccenda non è più semplice…
Lo so, sono i primi giorni e sia io che loro dobbiamo ancora abituarci all’idea che si possa vivere separati per qualche ora.
Passerà presto e presto sarà solo un ricordo tra tutti gli altri.
Ma è decisamente difficile.
Lasciarli andare non è facile.
P.s. questo post l’ho scritto due settimane fa ed ero indecisa sul pubblicarlo o no. Ma alla fine fa parte di me, di noi.
Nel frattempo i Pispoli si stanno sempre di più ambientando al nido. Si divertono, ridono, giocano e ballano. Ed io sono molto più serena.