Sulla felicità

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Oggi non era una giornata particolare.
Il tempo è stato bruttino. Ho lavorato fino alle 16.00 come sempre, dopo ho preso i Pispoli dal nido e siamo tornati a casa perché ha iniziato a piovere. Non abbiamo potuto fare una gita al parco come programmato.

Arrivati a casa, David era un po’ uggioso, aveva voglia di rimettersi le scarpe e uscire. Annika invece avrebbe voluto stare tutto il tempo tra le mie braccia…

E quindi abbiamo un po’ giocato, letto due libri e costruito una torre con il Lego Duplo. Un pomeriggio tranquillo insomma, non una di quelle giornate stressanti, in cui stanca e esausta hai il pensiero fisso “non ne posso più”.
Per tutto il pomeriggio non ci sono state lacrime, pianti e nemmeno litigate.

La sera non avevo voglia di cucinare...
Insieme ai Pispoli e al babbo abbiamo preparato dei panini con stracchino e pomodorini.
A un certo punto ad Annika è venuto il singhiozzo, David l’ha guardata ed è scoppiato a ridere a squarciagola.
E da lì risate in coro come due mattacchioni davanti alla barzelletta più divertente del mondo. Poi insieme mi hanno guardato, come per dire: “mamma, ma non lo trovi divertente?”. Beh, certo che lo è! E via risate per dieci minuti per tutta la famiglia. 🙂

E Poi?
E poi, tutto ad un tratto, sono stata stravolta da un’immensa sensazione di felicità.
Ma non una felicità superficiale, una di quelle che parte proprio dal cuore e attraversa tutto il corpo.
“Sono felice”  ho detto ai pispoli, guardandoli negli occhi e sorridendo.

Si, ho fortuna ad avere due bambini sani, solari, divertenti. Certo con atteggiamenti che a volte mi possono far arrabbiare, ma per la maggior parte del tempo sono semplicemente stupendi.

In 19 mesi mi hanno insegnato tantissimo su di me, sulla vita, sulla serenità.
Mi hanno insegnato che non posso pianificare tutto, che alcune cose che sembravano fondamentali, in fondo non sono poi così importanti, che non importa se per percorrere 100 m di strada ci mettiamo 20 minuti.

Avevo un’idea precisa di che madre volevo essere. E anche di come sarebbero dovuti essere i miei figli.
Molto è andato diveramente.
E che devo dire? Penso di cavarmela lo stesso.
Non sono perfetta, ma bravina.
Non sono una mamma che si sacrifica senza pausa ma faccio del mio meglio. E spero che basti.
E se faccio errori… spero che verranno perdonati.

“Quaquaaa” grida il Pispolo e salta nella pozzanghera, uscendo dalla macchina.
Mi guarda e ride.
Ha ragione.
A volte sono le piccole cose che rendono una bella una giornata.

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